Anche Marziale è un autore spagnolo,
la Spagna era molto prolifica in questo periodo. Avrebbe avuto
maggiore successo nel periodo in cui visse, se avesse avuto
l'appoggio degli autori conterranei, Seneca e Lucano, che non glielo
diedero perché il genere di Marziale, in cui eccelse, non era molto
gradito ai due; dunque i suoi conterranei non lo aiutarono molto
ragion per cui nonostante avesse avuto l'appoggio dell'imperatore
Domiziano non riuscì a raggiungere le vette. Fu comunque un grande
autore. La letteratura era tenuta in grande considerazione dagli
imperatori, però doveva contraccambiare questo favore cercando di
seguire i dictat dell'imperatore,
cioè le indicazione, tanto è vero che l'institutio oratoria è
dedicata ad un funzionario di Domiziano, così come in alcune opere
di Marziale del genere degli epigrammi, infatti scrisse gli
“Epigrammata” (nome greco), c'è la presenza dell'imperatore come
dedicatario. Comincia a scrivere nell'80 “Liber spectaculorum”
per l'inaugurazione dell'anfiteatro Flavio, celebrando l'apertura di
un monumento pubblico. Nell'84 gli “Xenia” che vuol dire doni;
infatti ogni ospite aveva un dono e veniva accompagnato ogni dono da
un epigramma di Marziale; la seconda raccolta sono gli “Apophoreta”
che vuol dire portare
fuori,
erano dei doni, degli epigrammi da portare via nella festa dei
Saturnali, feste in onore del dio Saturno. Nell'85-86 circa comincia
a scrivere una raccolta di epigrammi, uno per ogni anno per dodici
anni. Comincia a scrivere questa raccolta che fu l'ultima opera; era
un'opera viva, nel senso che veniva incrementata ogni anno, perché
ogni anno aggiungeva un epigramma e l'obiettivo era di farlo per 12
anni. L'epigramma è un componimento che nasce bela Grecia antica e
che consisteva nell'iscrizione funebre sulla tomba, che era però
accompagnato da un elemento di carattere morale o politico. In Grecia
nasce come testo breve, successivamente si arricchì e non consisteva
solo nella brevità tipica dell'epitaffio, ma su di un tema o di
carattere morale o di carattere politico. Dal VI al IV sec., cioè
nell'età attica in Grecia e dal IV al I sec. cioè nell'età
ellenistica, si introduce nell'epigramma, che è sempre un
componimento breve, la soggettività. Diventa nel periodo
alessandrino, quello del II sec a.C. quello più vicino alla cultura
latina, diventa l'emblema, perché offre due possibilità; la prima è
la brevità che gli alessandrini che adoravano (scrivere bene e
poco), con arte ed espressione artistica molto curata e con
soggettivismo perché erano anche argomenti di carattere amoroso.
NELLA
LETTERATURA LATINA
Nasce
con Ennio l'epigramma, simbolo del genere delle sentenze, sono dei
componimenti seri. Con Catullo si hanno le nugae, sono abbastanza
brevi, possono risalire agli epigrammi per la brevità, diventano un
qualcosa di più leggero, le nugae appunto. Marziale si rende conto
che questo genere può essere un genere di consumo molto apprezzato
dalla massa, allora fa una codificazione inversa, codificando
l'epigramma non come genere letterario, ma di consumo. Si rende conto
che con Catullo era diventato un genere più divertente e meno serio,
e capisce che per avere la massima fruizione da parte del pubblico
deve renderlo un genere di consumo, codificazione inversa a Lucilio
che ad esempio codifica la satira facendola diventare un genere
serio, o Fedro che codifica la favola facendola diventare un genere
letterario. Dal genere letterario a genere di consumo; infatti viene
molto criticato e lui risponde: i miei scritti sono fatti per i
commensali non per i cuochi (cioè sono apprezzati dalla gente
comune, non da chi organizza cose prelibate come i cuochi, cioè non
dai poeti, ma dalla massa). Se i destinatari sono gli imperatori,
come era costume nell'età dei flavi, i fruitori sono i illimitati,
cioè coloro che leggono sono numerosissimi, perché tutti sono in
grado di capire. Infatti lo stile di Marziale è la brevità,
la semplicità, l'eleganza e la comicità. Entra
in polemica con i grandi del passato, con Virgilio, con Catullo con
coloro i quali scrivono un'arte fine e basata sulla cura formale e
non sulla semplicità, li condanna perché scrivono cose belle ma non
vere, lontane dalla realtà. Lui vuole scrivere della realtà della
situazione, di Roma di quello che avviene a Roma. C'è da condannare
questi autori perché trattano temi che non sono presenti nella
realtà, infatti secondo lui non hanno successo perché non parlano
di cose reali e non attirano l'attenzione della gente. Il fatto che
scriva per la massa è testimoniato anche dal fatto che il suo è uno
stile semplice anche se apparentemente semplice, perché è molto
curato e descrizione psicologica molto attenta anche se priva di
spessore, non da insegnamenti, a differenza di Seneca, simile al
realismo di Petronio con l'amoralità; sono elencate tutte le
tipologia di uomini della Roma del tempo, descrizione caotica perché
tale era la realtà di Roma del tempo. Sono realistiche al contrario
dei grandi autori. Argomentazioni realistiche anche nella critica.
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